Gli sport che prevedono di portare ripetutamente il braccio al di sopra della testa in un gesto ripetitivo possono, a lungo andare, infiammare i tendini dei muscoli e causare patologie da sovraccarico alla spalla.
Il nuoto è lo sport che causa o può causare questo tipo di problema perciò, in gergo sportivo, si parla di spalla del nuotatore.
Composizione della spalla.
La spalla è un’area di raccordo tra l'arto superiore (omero), la clavicola e la scapola.
Riesce a offrire alti gradi di mobilità attraverso le 5 articolazioni che la compongono:
1. la gleno-omerale,
2. acromion-clavicolare,
3. sterno-clavicolare,
4. scapolo-toracica
5. sottodeltoidea,
Determinano la un movimento grande ampiezza fra tutte le articolazioni del corpo umano. Questo aspetto favorevole ha però un suo rovescio della medaglia: se qualcosa non funziona bene si determinano instabilità, disequilibri e disfunzioni.
La posizione corretta della testa dell’omero, la posizione "centrica", non viene garantita dalla parte osteo-cartilaginea, ma dall’equilibrio delle strutture muscolo-tendinee della cuffia dei rotatori, cioè dai muscoli e relativi tendini quali:
- il sovraspinato,
- il sottospinato-piccolo rotondo,
- il sottoscapolare insieme ad altri (deltoide, romboidi ecc.), contribuiscono alla stabilizzazione della spalla.
Tale dolore è causato da conflitto sub-acromiale è una delle più frequenti patologie che causano dolore alla spalla: ogni volta che l’arto superiore viene sollevato oltre un certo grado, si verifica un restringimento dello spazio fra la testa omerale e l’acromion (la parte anatomica della scapola) dove scorrono i tendini della cuffia dei rotatori.
Così nella ripetizione di certi gesti atletici o delle più normali mansioni lavorative, l’aumento dell’attrito all’interno di questo spazio provoca dei fenomeni di infiammazione delle strutture in esso contenute.
Il movimento ripetuto del tendine del muscolo sovraspinato sotto l’arco coracoacrominiale, causata a sua volta dall’abduzione ripetuta della spalla e dalla sua flessione anteriore durante la bracciata, in particolare negli stili libero e delfino.
La sindrome da conflitto della cuffia dei rotatori subascromiale
È causata tipicamente da una cinematica alterata, provocata dall’affaticamento muscolare o da lassità.
Nei nuotatori, come avviene negli atleti di molti sport, si verificano degli adattamenti, come una rotazione interna limitata e una rotazione esterna eccessiva.
Quando i tendini della cuffia dei rotatori e gli stabilizzatori della scapola non riescono a mantenere la testa dell’omero centrata nella cavità glenoidea, si può verificare un’eccessiva traslazione della testa dell’omero e di conseguenza sindrome da conflitto della cuffia dei rotatori dei tendini.
Uso eccessivo e il conseguente affaticamento muscolare
Per la maggior parte della bracciata, i muscoli maggiormente attivi sono il sottoscapolare e il dentato anteriore, soggetti quindi ad affaticamento.
Man mano che questi muscoli si affaticano, la cinematica della spalla può essere alterata, provocando spesso un sindrome da conflitto della cuffia dei rotatori secondario.
Discinesia scapolare
La protrazione scapolare è un segno comune della discinesia scapolare, nei nuotatori.
Quando il dentato anteriore e il sottoscapolare si affaticano, il grande pettorale sollecita l’articolazione gleno-omerale anteriormente che può provocare un movimento scapolare insolito, riducendo lo spazio subacromiale e quindi sindrome da conflitto della cuffia conseguente.
Lassità ed instabilità
Un’eccessiva traslazione della testa omerale nella cavità glenoidea solitamente è impedita durante i movimenti sportivi grazie agli stabilizzatori statici dell’articolazione della spalla (cercine glenoideo e sistema capsulo-legamentoso) e dinamici (cuffia dei rotatori e muscoli scapolari).
Prevenzione e Trattamento
Alcuni atleti possono essere predisposti allo sviluppo della spalla del nuotatore nel momento in cui sono già presenti alcune condizioni anatomiche.
Sarebbe opportuno verificare, già all’inizio della preparazione, la presenza di queste condizioni sfavorevoli, in modo da stilare un programma d’allenamento preventivo, adattandolo poi alle caratteristiche della specialità del nuotatore.
Prima di iniziare la preparazione di un atleta, per evitare la comparsa in futuro di questo dolore, andrebbe verificata la presenza di deviazioni posturali, ipomobilità della colonna vertebrale, muscoli del petto accorciati, mobilità dell’articolazione della spalla eccessiva o limitata, alterazioni funzionali a livello della cuffia dei rotatori e della scapola.
Postura
Si interviene sulla mobilizzazione dei tessuti dell’articolazione, sulla flessibilità, inserendo esercizi di rinforzo/stabilizzazione dei retrattori della scapola e dei muscoli cervicali profondi.
I muscoli del petto accorciati devono essere allungati, facendo attenzione a non allungare eccessivamente la capsula anteriore.
Mobilità dell’articolazione
Nella spalla del nuotatore, la rigidità della capsula posteriore può accompagnare una lassità nella parte anteriore della spalla.
Stabilizzazione della scapola
La stabilità della scapola e un corretto ritmo scapolo-omerale sono essenziali per la prevenzione e riabilitazione della spalla.
La posizione della scapola influenza direttamente la posizione della testa dell’omero, agendo anche sulla cuffia dei rotatori e la tensione espressa da questi muscoli, in quanto hanno origine sulla scapola, aumentando il rischio di infortunio.
I muscoli da valutare e fondamentali per la stabilità della scapola sono il trapezio medio ed inferiore, il dentato anteriore e i romboidi.
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